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CINEMA: ovvero lo spettacolo delle immagini, dei suoni e delle parole

Il cinema è uno strumento di comunicazione di massa che unisce alla forza dirompente delle immagini, l’intensità della recitazione e degli scenari in un mix che non ha precedenti nella storia dell’uomo.

Ma esso rappresenta, al tempo stesso, anche un grande inganno, poiché spesso dietro lo svago apparente si nascondono tematiche di grande interesse e di grande profondità.

Attraverso la drammatizzazione e la trama di un film, lo spettatore prova lo stesso sentimento che ricava attraverso la letteratura: viene messo di fronte alla propria identità più profonda, di fronte ai suoi dubbi, alle sue domande. E questi “paesaggi emotivi” vengono amplificati dalla forza delle immagini e dei suoni che esercitano sul subconscio un effetto superiore alla somma delle altre parti.

Non è detto che il cinema (come la letteratura) siano in grado di fornire le risposte a tutte le domande, ma attraverso il “role playing”, attraverso le dinamiche che lo spettatore vede sullo schermo, può trovare risposte alle quali non aveva pensato, o che vengono fuori dalle storie.

Già le storie. Sta tutto lì il senso della loro importanza nelle nostre vite, e in questo caso esse prescindono dall’età: esse sono importanti per tutte le generazioni, ci insegnano non volendo, ci tengono catturati e rappresentano spesso dei modelli per i nostri comportamenti.

Quante volte parliamo con le battute di un determinato personaggio o, ancora di più, ne assumiamo involontariamente – quasi subliminalmente – alcuni tratti caratteriali? Ecco come si determina quel necessario processo di identificazione, ovvero il delicato passaggio che fa di un’informazione qualunque, una cosa che può essere interiorizzata direttamente nelle nostre vite.

È attraverso la visione cinematografica che si fa strada una delle domande cruciali relative alla settima arte: quella non solo di “vedere un film” (che più o meno tutti sono in grado di fare), ma quella assai più sottile di “saper vedere un film”, che indica qualcosa di più preciso: significa, infatti, imparare ad osservare un film prendendo da esso le debite distanze, in modo da poterne comprendere meglio il senso profondo.

Roland Barthes, il grande saggista e critico letterario francese, ha chiamato tutto questo “distanza amorosa”, indicando la relazione tra il piacere di vedere un film e la capacità di discernere, distinguere, scegliere e giudicare ponendosi nella giusta distanza tra sé e le vicende narrate.

Infine, i film non avrebbero forse avuto lo stesso gradimento se non fossero stati supportati da un’adeguata strumentazione che ne amplificasse le sensazioni meramente visive.

E quindi un aspetto fondamentale è rivestito dal ruolo dell’audio. Forse in questa società troppo sottovalutata, consente un’esperienza ancora più importante delle immagini. Della parte legata alla necessità di ricercare audio all’altezza dello spettacolo del cinema, discende anche una parte fondamentale della fruizione legata alla settima arte.

Il cinema è fatto di dialoghi, e quindi di parole, e le parole hanno un senso profondo che spesso sfugge persino alla nostra razionalità. Al di là del senso che ciascuna parola esprime, ci sono altri aspetti collegati ad essa che attengono fondamentalmente al suono. E qui interviene un’atra materia molto importante che va sotto il nome di cimatica.

La prima cosa da tenere a mente è che le parole, quando vengono pronunciate, vengono trasformate in suono. La parola “persona”, infatti, significa per-sona cioè “attraverso il suono”. La cimatica, ovvero la scienza che studia le onde vibrazionali, dimostra come il suono plasmi la materia e che i suoni armoniosi creino forme armoniche e viceversa. Già nel 1787 il fisico tedesco E. Chladni fece degli esperimenti con i granelli di sabbia, scoprendo che questi ultimi si disponevano in una lastra metallica in modo diverso a seconda della nota suonata dal violino. Successivamente, Hans Jenny scoprì che a suoni specifici corrispondono precise figure geometriche.

Ecco che la parola veicola di per sé un messaggio all’ascoltatore, ma non va dimenticato che anche il suono trasmette un messaggio indipendente, che in mancanza di attenzione potrebbe risultare addirittura in contrasto con le parole pronunciate.

Una parola a malapena bisbigliata difficilmente porterà all’ascoltatore un senso di sicurezza o di certezza nei confronti di chi parla, anche qualora il contenuto fosse veritiero.

In questi casi siamo in presenza di esempi di sonorità, o toni, che risultano in contrasto con le parole pronunciate e che quindi vanno a creare una comunicazione confusa, se non addirittura sbagliata.

Insomma il cinema è davvero uno spettacolo multidisciplinare, multisensoriale e che offre una pluralità di messaggi nei confronti di chi lo utilizza. Forse il suo fascino maggiore sta proprio in questa assoluta diversità nel modo in cui arriva a destinazione.